Nuova variante Covid-19 omicron: cosa sappiamo?
La nuova variante di Covid-19, denominata Omicron variant, è stata scoperta per la prima volta l’11 novembre del 2021 in Botswana, in Sud Africa.
Gli scienziati stimano che circa il 90% dei nuovi contagi di coronavirus avuti in Sud Africa sono basati su questa nuova variante che potrebbe essersi diffusa anche in altre 8 province.
Quando i viaggiatori internazionali hanno iniziato a risultare positivi per la nuova variante, i paesi hanno iniziato a chiudere i confini su determinate rotte o ad adottare altre misure per limitare i viaggi.
Venerdì (26.11.2021), il Belgio ha registrato il primo caso confermato della variante dell’omicron in Europa.
A partire dal 29 novembre, invece, ci sono stati 13 casi confermati di omicron nei Paesi Bassi e sono stati registrati altri contagi di questa variante in altri paesi come Germania, Hong Kong, Israele, Italia, Francia, Canada e Australia. Alla fine della settimana, ci sono stati centinaia di tamponi covid effettuati all’aeroporto di Amsterdam da passeggeri di due voli provenienti dal Sud Africa.
Quanto è pericolosa la nuova variante?
Alcuni ricercatori si ritengono preoccupati dalla nuova variante perché mostra un numero significativo di mutazioni di coronavirus. Infatti, sono state trovate circa 32 mutazioni della proteina spike mentre la variante delta, reputata molto infettiva, ne prevede solo 8.
Sebbene il numero di mutazioni nella proteina spike non sia un’indicazione esatta di quanto sia pericolosa una nuova variante, suggerisce che il sistema immunitario umano potrebbe trovare più difficile combattere la nuova variante. Ci sono indicazioni che l’omicron possa sfuggire a una risposta immunitaria, esponendo le persone a un rischio maggiore.
Secondo quanto riferito dal dottor Ulrich Elling, in seguito a degli studi effettuati nel laboratorio di Vienna, la nuova variante potrebbe essere più infettiva della delta del 500%.
Tuttavia, non è detto che la nuova variante non sia necessariamente più grave rispetto alle infezioni precedenti. Tuttavia, potrebbe diffondersi in maniera più veloce mettendo sotto pressione i sistemi sanitari dei paesi di tutto il mondo.

Cosa ne pensa l’OMS?
Attualmente, i dati a disposizione della comunità scientifica non sono sufficienti per capire quanto effettivamente sia contagiosa la nuova variante. Il Sud Africa ha deciso di convocare una riunione con l’OMS per discutere delle conseguenze della nuova variante.
Dopo l’incontro, l’OMS ha classificato B.1.1.529 come “variante preoccupante”. Gli ha dato il nome omicron, basato sull’alfabeto greco, come è stato fatto con altre varianti.
Come si è sviluppata la nuova variante?
Una teoria è che la nuova variante sia emersa con tutte le sue mutazioni in una grande esplosione. Sembrerebbe che la nuova variante si sia ottenuta in seguito ad un’infezione cronica di una persona il cui sistema immunitario era già debole per la presenza di HIV/AIDS non curata.
C’è qualche connessione con la variante beta?
In tutto il continente, il Sudafrica è stato il più colpito dal coronavirus. Il paese ha avuto 3 milioni di casi COVID e circa 90.000 persone sono morte con o a causa del virus.
Il numero di decessi elevati che è avvenuto in Sud Africa, è stato attribuito alla nuova variante. Ma nel corso del tempo, la variante delta, che è ancora più aggressiva della variante beta, ha ampiamente superato la beta in Sud Africa, come in altre parti del mondo.

Possiamo fermare la nuova variante?
E’ difficile capire come fermare la nuova variante. In un mondo globalizzato come il nostro, il virus e le varianti non si fermano ai confini nazionali. Tuttavia, è sicuramente possibile rallentare la diffusione di questa nuova variante.
I casi che si sono ottenuti ad Hong Kong e in Israele sono stati fatti risalire a ciò che è avvenuto in Africa meridionale. Molti paesi hanno interrotto i voli da e per quella parte del continente. Anche l’Italia ha adottato queste misure per tamponare temporaneamente la situazione.
Tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea hanno deciso di sospendere temporaneamente i viaggi da sette nazioni dell’Africa meridionale venerdì. Gli Stati Uniti si sono anche mossi per limitare i viaggi per i cittadini non statunitensi dal Sudafrica e da altri sette paesi da lunedì in poi.
Sebbene le restrizioni sui viaggi possano essere degli strumenti atti a rallentare la diffusione della variante, i primi casi di omicron sono stati rilevati da metà novembre e solo adesso vengono adottate queste misure. Probabilmente, la variante omicron è già presente in tutto il mondo.
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