Anticorpi Policlonali

Anticorpi Policlonali

Anticorpi Policlonali

L’anticorpo poligonale è una miscela di anticorpi ottenuti dall’immunizzazione di un animale con un antigene. Gli anticorpi risultati dall’immunizzazione saranno quindi geneticamente diversi e ognuno di essi riconoscerà un epitopo (o determinante antigenico) diverso dello stesso antigene. La produzione di questi anticorpi è in linea di massima semplice: è necessario immunizzare l’animale con l’antigene di interesse (miscelato con specific adiuvanti), e in seguito raccogliere il siero dell’animale che conterrà quindi numerosi anticorpi, ognuno con una specificità ben definita. 

(i): Gli anticorpi policlonali sono prodotti da diverse linee di linfociti B, mentre       gli anticorpi monoclonali provengono da una linea cellulare singola.

Si ottengono dall’immunizzazione indotta in un animale attraverso l’inoculazione di un antigene che, in quanto estraneo, scatena la risposta immunitaria di quell’organismo contro l’antigene medesimo.

Cosa sono e come si producono gli anticorpi policlonali

È bene dare in premessa alcune semplici definizioni:

  • Anticorpi (Ab): sono glicoproteine solubili, della classe delle immunoglobuline (Ig), prodotte e secrete dai linfociti B (cioè dai globuli bianchi).
  • Antigene (Ag): è una qualsiasi sostanza estranea che induca risposta immunitaria che viene riconosciuta e legata da un anticorpo.
  • Epitopo (o determinante antigenico): parte dell’antigene riconosciuta dall’anticorpo.

Pertanto, un anticorpo può riconoscere in modo specifico un antigene, oppure può riconoscere in modo specifico un epitopo presente sull’antigene.

Nel primo caso ci troveremo di fronte ad un anticorpo policlonale, nel secondo caso ad un anticorpo monoclonale.

Andando un po’ nello specifico, un anticorpo policlonale (pAbs) è una miscela di anticorpi ottenuti dall’immunizzazione determinata in un animale attraverso l’iniezione di un antigene che, in quanto sostanza estranea, scatena la risposta immunitaria di quell’organismo e stimola le cellule della memoria che producono anticorpi IgG contro l’antigene medesimo.

La produzione in laboratorio di questi anticorpi è in linea di massima semplice: è sufficiente immunizzare l’animale con l’antigene che interessa e, in seguito, raccogliere il siero dell’animale che conterrà quindi numerosi anticorpi, ognuno con una specificità ben definita.

Gli anticorpi risultati dall’immunizzazione saranno quindi geneticamente diversi e ognuno di essi riconoscerà un epitopo diverso dello stesso antigene.

Si distinguono dai monoclonali, che sono geneticamente tutti uguali in quanto prodotti da cloni di una cellula madre, in quanto questi sono specializzati e, di conseguenza, sono diretti contro un solo epitopo dell’antigene.

Pertanto, gli anticorpi policlonali (pAbs) sono un insieme di molecole di immunoglobuline che reagiscono contro uno specifico antigene, identificando ciascuna un diverso epitopo.

Fino a un cinquantennio fa, gli unici anticorpi che si era in grado di produrre erano anticorpi policlonali.

Bisogna, infatti, arrivare al 1975, allorché Georges Köhler and César Milstein riuscirono ad ottenere per la prima volta degli anticorpi monoclonali, impresa che, nel 1984, valse loro il premio Nobel.

Ma non bastavano gli anticorpi policlonali visto che sono in grado di riconoscere più parti di uno stesso antigene, a differenza dei monoclonali?

Vantaggi e svantaggi degli anticorpi policlonali

Quello che sembra essere un pregio decisivo, in realtà ne costituisce il difetto maggiore: sebbene avere tanti anticorpi che si legano ad epitopi diversi faccia aumentare di molto la sensibilità del riconoscimento, i policlonali mancano di specializzazione e questo è il loro problema principale.

Quindi, se l’obiettivo è di somministrare ad un paziente un anticorpo che sia in grado di bloccare l’azione di uno specifico agente patogeno, non si ha modo di farlo utilizzando dei policlonali, ma oggi si possono produrre dei monoclonali che riconoscano e si leghino ad un epitopo specifico, bloccando l’azione del recettore e, di conseguenza svolgendo un’azione terapeutica.

Inoltre, i diversi gruppi di policlonali diretti contro uno stesso antigene presentano un alto tasso di variabilità e di disomogeneità e, a causa della presenza di più epitopi, sono maggiormente soggetti alla reattività crociata (c.d. cross reactivity).

Tra i vantaggi, gli anticorpi policlonali annoverano il fatto che sia possibile produrli a basso costo e in tempi brevi.

Inoltre, hanno una durata relativamente lunga (circa quattro mesi), e non sono sensibili alle variazioni del PH.

Infine, piccoli cambiamenti nella struttura dell’epitopo non azzerano o compromettono la capacità di riconoscimento dell’anticorpo policlonale, cosa che avviene con il monoclonale che, essendo super specializzato, in questi casi perde “la mira”.

Infatti, gli anticorpi policlonali, essendo eterogenei, riescono a legarsi ad un’ampia gamma di epitopi antigenici e, hanno maggiore probabilità di legarsi con successo ad un antigene specifico.

A che servono gli anticorpi policlonali?

Gli anticorpi policlonali sono utilizzati per realizzare i test “ELISA ” (sono una procedura di indagine immunologica) idonei ad individuare antigeni o marcatori tumorali. Inoltre, servono a rilevare la presenza di un livello anche basso di un antigene;

Sono utili ad individuare e riconoscere antigeni del tutto sconosciuti o solamene omologhi ad un antigene già conosciuto. Gli anticorpi policlonali sono determinanti per identificare un antigene anche in soluzioni con concentrazioni di sale e pH variabili.

Infine, tra gli atri usi medici, sono utilizzati per terapie salvavita in quanto riescono ad evitare riposte immunitarie eccessive e pericolose (ad es. come nelle malattie autoimmuni).